Categoria: infiammazione

  • QUAL’E IL PIANO ALIMENTARE MIGLIORE PER LA SALUTE DELL’ESSERE UMANO?

    Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un cambiamento insperato, ovvero che la maggior parte della popolazione ha capito l’impatto dell’alimentazione sulla qualità della vita. Ma la domanda che si fanno tutti è : qual’é il regime alimentare migliore e maggiormente protettivo verso i principali disturbi di salute di questo secolo?

    Per rispondere a questa domanda, si è acceso, negli ultimi anni, un lungo dibattito tra i più popolari regimi dietetici degli ultimi anni, dalla dieta mediterranea alla dieta vegetariana e/o vegana, da quella iperproteica alla chetogenica; ovviamente per ogni approccio dietetico si cercava di dimostrare la fattibilità, la sicurezza, i risultati, talvolta omettendo le difficoltà, gli insuccessi ed i rischi per la salute di piani dietetici “estremi”.

    Negli ultimi anni, la maggior parte delle personalità di spicco nell’ambito nutrizionale convergono sull’idea che un regime dietetico che escluda la carne e gli zuccheri semplici sia il più protettivo, in assoluto, per la salute umana, portando alla diffusione della convinzione che l’unica via percorribile sia l’alimentazione vegana. Questa convinzione ha portato però ad un vero a proprio estremismo, che può avere effetti ancora più dannosi.

    Questo perché sembra che la dieta vegana, se mal calibrata, possa essere dannosa al pari, se non di più, di chi consuma quasi esclusivamente carne. Infatti, sebbene le motivazioni etiche, sociali e salutistiche, e le innumerevoli ricerche scientifiche che ne dimostrano l’efficacia nell’ambito antiinfiammatorio (e non solo), la dieta vegana è spesso associata ad un regime alimentare molto restrittivo. L’adozione di questo regime alimentare, se non calibrato ed integrato, sembra avere un impatto negativo in termini di salute, aumentando le probabilità di sviluppare i sintomi della malnutrizione come anemia, atrofia muscolare, malattie della pelle e numerosi disturbi come sintomi psichici, dovuti alle enormi carenze nutrizionali causate dall’esclusione di intere categorie di alimenti.

    Parliamo di carenze gravi di ferro, zinco, iodio, calcio, acidi grassi omega-3, vitamine del gruppo B, ma anche proteine, che hanno impatto anche sulla circolazione, la funzionalità tiroidea e muscolare, sistema immunitario, produzione di energia e tanti altri aspetti.

    Quindi dove sta la verità?

    Come sempre, la verità sta nel mezzo.

    Sappiamo che un regime alimentare vegano, oltre alle motivazioni etiche, ha il grande vantaggio di essere altamente protettiva nei confronti di tutte le patologie su base infiammatoria, intestinali e non, come le patologie croniche intestinali, ma anche le patologie articoli e della pelle.

    L’infiammazione, dovuta ad un consumo smodato di grassi saturi ( provenienti da prodotti animali), ma anche dal consumo di alimenti industriali e/o preconfezionati ( in questo caso ricchi di acidi grassi idrogenati) impatta sulla nostra vita più di quanto crediamo; anche la ritenzione idrica di cui soffre la maggior parte delle donne, la genesi di patologie tumorali ma anche semplicemente gli infortuni ricorrenti in molti atleti, potrebbero attenuarsi o risolversi semplicemente cambiando alimentazione.

    Un regime come quello vegano, a cui vengono aggiunti alimenti positivi per la nostra salute, come uova e alcuni tipi di latticini (quindi la dieta vegetariana), e integrato con Vitamine del gruppo B e acidi grassi omega-3 (che sono contenute in elevate quantità specialmente nei prodotti ittici), minerali (come il ferro, calcio e zinco) e talvolta anche con miscele proteiche (sopratutto per gli atleti), è il piano alimentare che dovrebbe garantire il miglior apporto di nutrienti mantenendo l’effetto protettivo, antiinfiammatorio ed etico della dieta vegana.

    Anche in ambito sportivo, è evidente come l’adozione di un regime vegetariano permette di prevenire infortuni, infiammazioni muscolari e tendinee, favorendo un recupero muscolare rapido senza nessun calo prestazionale.

    Considero quindi, grazie all’enorme bibliografia e agli innumerevoli studi di medici e ricercatori, la Dieta vegetariana come la più protettiva, equilibrata e salutistica per l’essere umano.

    1. Martinelli, E., De Canio, F., & Nardin, G. (2021). Perché consumare cibo vegano? Una scelta etica e spirituale, non salutistica. Micro & Macro Marketing, 30(1), 173-193.
    2. Manippa, V. (2022). Vegetarianismo e Disturbi del Comportamento Alimentare: tra credenze e evidenzeSapienza.
    3. Selinger, E., Neuenschwander, M., Koller, A., Gojda, J., Kühn, T., Schwingshackl, L., … & Schlesinger, S. (2022). Evidence of a vegan diet for health benefits and risks–an umbrella review of meta-analyses of observational and clinical studies. Critical Reviews in Food Science and Nutrition, 1-11.
    4. Bakaloudi, D. R., Halloran, A., Rippin, H. L., Oikonomidou, A. C., Dardavesis, T. I., Williams, J., … & Chourdakis, M. (2021). Intake and adequacy of the vegan diet. A systematic review of the evidence. Clinical nutrition, 40(5), 3503-3521.
  • COME COMBATTERE L’INFIAMMAZIONE

    Una delle problematiche che si stanno diffondendo negli ultimi anni, sopratutto negli studi medici e di nutrizionisti, è l’aumento significativo dei disturbi causati da un aumento dello stato di infiammazione dell’organismo.

    L’infiammazione , allo stato basale, non è altro che una risposta naturale del sistema immunitario ad attacchi esterni, come batteri, virus e parassiti; le cellule del sistema immunitario, per proteggere l’organismo, reagiscono e si attivano nei confronti di questi patogeni, causando i sintomi dell’infiammazione come dolore, rossore, gonfiore e in certi casi febbre, diarrea o altri disturbi. In questo caso l’infiammazione è temporanea e si risolve i tempi più o meno brevi.

    A questo bisogna aggiungere che ci sono alcune patologie croniche, ovvero in cui lo stato infiammatorio, generato da una eccessiva attivazione del sistema immunitario verso il nostro organismo, si mantiene costantemente alto senza che ci siano infezioni in corso; parlo dell’artrite reumatoide, il morbo di chron, la rettocolite ulcerosa,e altre patologie dermatologiche.

    La domanda principale è: perché negli ultimi anni l’incidenza di queste patologie è aumentata? Perché si verifica anche un aumento dello stato infiammatorio generale, anche non associato a patologie, come il gonfiore a livello addominale, o la ritenzione idrica sopratutto su fianchi e arti inferiori? In quest’ultimo caso, si pensava che la ritenzione idrica fosse solamente causata da liquidi sottocutanei, che veniva curata con una riduzione del sodio assunto con la dieta e/o con l’assunzione di prodotti drenanti, quando in realtà si è scoperto che ha una forte base infiammatoria; questo sta cambiando l’approccio terapeutico anche per questi disturbi, che ora vengono trattati con prodotti con capacità antiinfimmmatoria (esempio l’omega-3 o integratori contenenti la bromelina, estratta dall’ananas).

    La risposta a questo domanda, ora, è semplice: il nostro organismo reagisce anche in risposta a ciò che mangiamo; non dovremo stupirci più di tanto perché, se ci pensiamo, l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo e il cibo che mangiamo sono gli elementi che introduciamo con più frequenza nel nostro corpo. Questo significa che se nel corso degli anni abbiamo mantenuto uno stile alimentare squilibrato, con pasti non bilanciati e con un consumo eccessivo di alimenti “infiammanti” per l’organismo (tra cui anche alimenti preconfezionati, o alimenti altamente pubblicizzati di cui si ignora la composizione chimica e gli ingredienti utilizzati), avremo generato un forte squilibrio, e il nostro corpo si troverà in uno stato di infiammazione “cronica”, che genera tutti i disturbi di cui abbiamo parlato in precedenza, oltre a ridurre la funzionalità di organi e apparati.

    Quali sono le abitudini alimentari da seguire per ridurre lo stato infiammatorio dell’organismo:

    • Per prima cosa ridurre drasticamente la carne, in tutte le sue forme. I grassi saturi della carne infiammano l’organismo e dovrebbero essere consumati con molta molta moderazione.
      La “capacità” della carne di infiammare l’organismo è dimostrato anche dal fatto che i piani alimentari in cui si esclude questa classe di alimenti, ovvero i piani vegetariani e vegani, sono definiti, da studi medici e nutrizionali, i più protettivi verso l’infiammazione generale e i migliori per promuovere la lunga vita.
    • Aumentare l’introito di omega-3. Questi acidi grassi, come EPA e DHA, oltre ad aumentare il livello di HDL ( ovvero il colesterolo buono, che pulisce l’arterie), e a diminuire i livelli di trigliceridi nel sangue, partecipano in maniera attiva alla riduzione dei livelli di citochine infiammatorie. EPA e DHA sono presenti in buona quantità nel pesce azzurro, come tonno, alici e sardine, nel salmone, nella alghe e in alcuni tipi di semi, come la chia, la canapa e i semi di lino
    • Ridurre l’introito di zuccheri semplici e farine raffinate come pasta, pane e pizza (optare per cereali come cous cous, farro, avena e cereali senza glutine come miglio, amaranto, riso e quinoa)
    • Ridurre il sale, cercando di consumare il più possibile alimenti naturali ed evitando prodotti preconfezionati, che sono da sempre ricchi di sale e conservanti. Utilizziamo il più possibile le spezie per condire gli alimenti, sempre tenendo conto l’ipersensibilità individuale o la possibile interazione di queste sostanze con i farmaci che già assumete. Vi faccio un esempio: chi assume fluidificanti del sangue, non deve assumere curcuma e zenzero (anche se hanno un elevato potere antiinfiammatorio).
    • Eliminare gli alimenti a cui il nostro organismo è intollerante come, lattosio o glutine.
    • Aumentare l’apporto di vitamine, minerali e antiossidanti; è fondamentale per avere un organismo sano.