COME COMBATTERE L’INFIAMMAZIONE

Una delle problematiche che si stanno diffondendo negli ultimi anni, sopratutto negli studi medici e di nutrizionisti, è l’aumento significativo dei disturbi causati da un aumento dello stato di infiammazione dell’organismo.

L’infiammazione , allo stato basale, non è altro che una risposta naturale del sistema immunitario ad attacchi esterni, come batteri, virus e parassiti; le cellule del sistema immunitario, per proteggere l’organismo, reagiscono e si attivano nei confronti di questi patogeni, causando i sintomi dell’infiammazione come dolore, rossore, gonfiore e in certi casi febbre, diarrea o altri disturbi. In questo caso l’infiammazione è temporanea e si risolve i tempi più o meno brevi.

A questo bisogna aggiungere che ci sono alcune patologie croniche, ovvero in cui lo stato infiammatorio, generato da una eccessiva attivazione del sistema immunitario verso il nostro organismo, si mantiene costantemente alto senza che ci siano infezioni in corso; parlo dell’artrite reumatoide, il morbo di chron, la rettocolite ulcerosa,e altre patologie dermatologiche.

La domanda principale è: perché negli ultimi anni l’incidenza di queste patologie è aumentata? Perché si verifica anche un aumento dello stato infiammatorio generale, anche non associato a patologie, come il gonfiore a livello addominale, o la ritenzione idrica sopratutto su fianchi e arti inferiori? In quest’ultimo caso, si pensava che la ritenzione idrica fosse solamente causata da liquidi sottocutanei, che veniva curata con una riduzione del sodio assunto con la dieta e/o con l’assunzione di prodotti drenanti, quando in realtà si è scoperto che ha una forte base infiammatoria; questo sta cambiando l’approccio terapeutico anche per questi disturbi, che ora vengono trattati con prodotti con capacità antiinfimmmatoria (esempio l’omega-3 o integratori contenenti la bromelina, estratta dall’ananas).

La risposta a questo domanda, ora, è semplice: il nostro organismo reagisce anche in risposta a ciò che mangiamo; non dovremo stupirci più di tanto perché, se ci pensiamo, l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo e il cibo che mangiamo sono gli elementi che introduciamo con più frequenza nel nostro corpo. Questo significa che se nel corso degli anni abbiamo mantenuto uno stile alimentare squilibrato, con pasti non bilanciati e con un consumo eccessivo di alimenti “infiammanti” per l’organismo (tra cui anche alimenti preconfezionati, o alimenti altamente pubblicizzati di cui si ignora la composizione chimica e gli ingredienti utilizzati), avremo generato un forte squilibrio, e il nostro corpo si troverà in uno stato di infiammazione “cronica”, che genera tutti i disturbi di cui abbiamo parlato in precedenza, oltre a ridurre la funzionalità di organi e apparati.

Quali sono le abitudini alimentari da seguire per ridurre lo stato infiammatorio dell’organismo:

  • Per prima cosa ridurre drasticamente la carne, in tutte le sue forme. I grassi saturi della carne infiammano l’organismo e dovrebbero essere consumati con molta molta moderazione.
    La “capacità” della carne di infiammare l’organismo è dimostrato anche dal fatto che i piani alimentari in cui si esclude questa classe di alimenti, ovvero i piani vegetariani e vegani, sono definiti, da studi medici e nutrizionali, i più protettivi verso l’infiammazione generale e i migliori per promuovere la lunga vita.
  • Aumentare l’introito di omega-3. Questi acidi grassi, come EPA e DHA, oltre ad aumentare il livello di HDL ( ovvero il colesterolo buono, che pulisce l’arterie), e a diminuire i livelli di trigliceridi nel sangue, partecipano in maniera attiva alla riduzione dei livelli di citochine infiammatorie. EPA e DHA sono presenti in buona quantità nel pesce azzurro, come tonno, alici e sardine, nel salmone, nella alghe e in alcuni tipi di semi, come la chia, la canapa e i semi di lino
  • Ridurre l’introito di zuccheri semplici e farine raffinate come pasta, pane e pizza (optare per cereali come cous cous, farro, avena e cereali senza glutine come miglio, amaranto, riso e quinoa)
  • Ridurre il sale, cercando di consumare il più possibile alimenti naturali ed evitando prodotti preconfezionati, che sono da sempre ricchi di sale e conservanti. Utilizziamo il più possibile le spezie per condire gli alimenti, sempre tenendo conto l’ipersensibilità individuale o la possibile interazione di queste sostanze con i farmaci che già assumete. Vi faccio un esempio: chi assume fluidificanti del sangue, non deve assumere curcuma e zenzero (anche se hanno un elevato potere antiinfiammatorio).
  • Eliminare gli alimenti a cui il nostro organismo è intollerante come, lattosio o glutine.
  • Aumentare l’apporto di vitamine, minerali e antiossidanti; è fondamentale per avere un organismo sano.

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